La “Santa” Quaresima!

Bentrovati cari followers! Avete festeggiato per bene il Martedì grasso?
Noi sì: siamo state nella bellissima cittadina di Castelfranco Veneto e abbiamo visto i fuochi d’artificio a chiusura della festa del Carnevale!

IMG-20150217-WA0012[Immagine: i fuochi d’artificio lanciati dalle mura storiche di Castelfranco Veneto]

Finiti i bagordi di Carnevale si torna alla quotidianità e inizia ufficialmente il periodo della Quaresima che,  non è solo un tempo di rinunce e pentimento in preparazione alla Pasqua, …  scopritelo con noi nel post di oggi.

Dato il periodo di digiuno tipico della Pasqua cristiana, durante il mercoledì delle ceneri, in molte città del Veneto, c’era la “festa de la renga” – ovvero dell’aringa – dove si consumavano renghe da vovi o da late, tutto accompagnato da polenta e raboso.
Perché non si dica che i Veneti pensano solo al cibo e al vino, sappiate che, durante il periodo quaresimale, era usanza decorare le edicole religiose presenti in paese con i simboli della passione come le rose, le spine, i chiodi, le croci, i fiori di passionaria, dadi, lance e drappi di colore viola.

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[Immagine: i simboli della passione che si adoperavano per decorare le edicole religiose]

Quaranta giori potevano essere lunghi per i più piccoli, per questo motivo vi era un gioco molto di moda nella pedemontana: il “portar verde“.
Un gruppo di amici si accordava nel portare con sé per quaranta giorni qualcosa di verde: questo poteva essere un fazzoletto, un gioco o semplicemente una foglia di edera. Quando due compagni di questa allegra brigata si incontravano dovevano sfoggiare il loro oggetto gridando la parola “verde”. Chi non l’aveva dimenticato doveva pagare pegno all’altro… divertente no?
Per quanto riguarda il passatempo quaresimale degli adulti invece, ci sono testimonianze nel Basso Trevigiano, relative a partite di bocce con tanto di premio: una pentola di bigoli in salsa appesi all’albero più vicino (non c’è proprio nulla da fare … alla fine si finisce sempre nel cibo!)!

verdedef[Immagine: qualcosa di verde che ci piacerebbe portare con noi!]

Queste usanze sono andate ormai perdute, eppure una cosa ancora oggi rimane, ovvero il giovedì di metà quaresima (in dialetto veneto “el zioba de meza quaresema”), un’occasione per far tornare in tavola frittelle e dolci carnevaleschi.
In questa giornata si usava anche bruciare la vecchia, proprio come all’epifania! In questo caso però la “vecchia” non rappresenta l’anno passato, bensì l’inverno che veniva appunto bruciato per auspicare l’arrivo della primavera.
In molte zone del Trevigiano la veccia veniva annegata: una sorta di rito di invocazione delle piogge, necessarie al risveglio della natura sopita. A Casale, Breda e Sambughè vi era poi una pratica decisamente “femminista”…insieme alla vecchia si bruciava un vecchio e si scommetteva su quale dei due pupazzi cadesse per primo!
Il falò della vecchia di mezza quaresima è sempre stata presente nelle campagne e successivamente è stato trasferito in città; ancora oggi si può vedere questo spettacolo a Ponte Dante a Treviso grazie al Gruppo Folcloristico Trevigiano e alla Tarvisium pro loco. Per saperne di più vi rimandiamo a questo link!

processoallavecia_silea[Immagine: La vecchia che brucia sul fiume Sile, img by marcadoc]

E con questo vi abbiamo detto tutto! Fateci sapere come procede la vostra quaresima mi raccomando 🙂

Vi salutiamo con un abbraccio, le vostre blogger Firma

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